Tra le eccellenze del made in England rientra a pieno titolo la Dunhill. Non è soltanto un brand di pipe, ma anche una vicenda imprenditoriale dal sapore umano, testimone del costume inglese del novecento.
Quando un amante del fumo lento pensa all’Inghilterra, non può far a meno di richiamare alla mente le pipe Dunhill. Da sempre culla di ottimi tabacchi, la “Terra degli Angli” attira le simpatie dei fumolentisti anche grazie all’operato di Sir Alfred Dunhill, maestro di quell’arte pipaia che, da inizio ‘900 ad oggi, conserva intatta tutta la sua intrinseca eleganza.
Cenni storici
Dunhill non è soltanto un marchio. O meglio, prima ancora di essere un marchio, è la storia di un self-made man; un percorso umano e professionale intriso di un romanticismo tale da spingere a credere che i sogni possano avversarsi, se ci si crede a sufficienza. Da sempre appassionato tabagista, Alfred Dunhill spende gli anni della gioventù lavorando con il padre nel campo dei ricambi per vetture. Il mondo del commercio ne mette in luce il fiuto degli affari e così, agli albori del ‘900, Alfred decide di coniugare lavoro e passione. È il 1907 quando questo gentleman con la vocazione per il business apre la sua prima bottega di tabacchi a Londra, per l’esattezza in Duke Street, nell’elegante zona di St James’s. In breve tempo, il negozio diventa punto di riferimento per tutti i raffinati fumolentisti dell’epoca, che in Alfred Dunhill trovano non solo un gentile ed esperto venditore, ma anche l’amico a cui chiedere consigli su pipe e tabacchi. A tal proposito, si narra che Sir Alfred avesse un suo personalissimo taccuino, denominato “My personal mixture”, in cui annotava le caratteristiche dei tabacchi e i giudizi sulle miscele di sua invenzione.
La radica
Ma le curiosità riguardo Alfred Dunhill e le sue pipe non finiscono qui. Inizialmente egli produce dei semilavorati, importando dalla Francia le teste di pipa in radica. Con il passare degli anni, assecondando il suo spirito imprenditoriale sempre aperto a nuove sfide, decide di produrre pezzi del tutto frutto dell’artigianalità sua e dei suoi due collaboratori; per farlo, sceglie personalmente la radica, optando per quella proveniente dal Nord Africa e dalla Grecia.
Caratteristiche delle pipe Dunhill
L’operato di Sir Alfred prosegue indefesso fino al 1928, anno in cui, per motivi di salute, il fondatore della casa pipaia decide di ritirarsi a vita privata lasciando le redini dell’azienda a suo figlio Alfred Henry. Da allora, la ditta ha superato indenne numerosi momenti di difficoltà, soprattutto quelli legati alla guerra, fino ad arrivare ai giorni nostri in una veste non più di impresa a carattere familiare ma di società facente parte di una grande holding internazionale. L’evoluzione non è stata però soltanto commerciale, ma anche tecnica. Basti pensare, come esempio, alla sparizione dall’interno delle pipe Dunhill dell’inner tube, quel tubicino avente funzione anti intasamento, abbandonato negli anni trenta dello scorso secolo a favore degli scovolini.
Numeri: ieri e oggi
Nei primi anni di attività della ditta, sull’esterno di ogni pipa Dunhill veniva impresso l’anno di fabbricazione, che permetteva di individuarne l’inizio della garanzia, di durata annuale. Sulle pipe Dunhill attualmente in commercio non è più impressa la datazione, e ciò ha conferito maggior valore collezionistico a quelle che invece recano menzione dell’anno di fabbricazione. Le cifre continuano però a caratterizzare i modelli della casa inglese. Ogni pezzo riporta infatti quattro numeri: il primo indica la dimensione della pipa, il secondo lo stile del bocchino, il terzo e il quarto ne individuano lo stile.
The white spot
Eleganza inconfondibile e stile british sono i tratti preponderanti delle pipe Dunhill. Tutto qui? Certo che no. A caratterizzare in maniera distintiva questi capolavori è altresì un piccolo puntino bianco, note come “the white spot”. Posto sulla parte superiore del bocchino, vicino al punto di innesto, esprime un’idea maturata nel 1915 nella testa di Sir Alfred per consentire a tutti gli amanti della pipa di individuare il verso giusto in cui inserire il bocchino nel cannello.
Billiard
Numerose sono gli stili e le collezioni che la Dunhill mette a disposizione per soddisfare il gusto estetico di ogni fumolentista. Alcuni design hanno resistito al tempo, altri sono frutti della modernità, ma tutti recano testimonianza dell’intento imprenditoriale del fondatore: coniugare qualità e bellezza, offrire pezzi apprezzabili non soltanto esteticamente ma anche tecnicamente. Tra le svariate collezioni Dunhill, un cenno particolare lo merita la “Billiard”, non foss’altro perché, stante le linee pulite, fluide, eleganti e raffinate che la contraddistinguono, rappresenta un modello che incontra il favore di tutti.
Tipi di finissaggio Dunhill
Il trattamento finale del processo di produzione di una pipa, che determina il tipo di superficie di quest'ultima, è chiamato finissaggio. Durante tutta la sua lunga tradizione, la Dunhill ha prodotto diverse linee di pipe, suddivise in base proprio al tipo di finissaggio, tra le quali troviamo:
- Bruyere - caratterizzata da un colore rossastro molto scuro. Fino al 1975, sul lato del cannello aveva incisa una A, a indicare una “migliore qualità”. Dalla sua creazione nel 1910, è stata l'unico tipo di finissaggio Dunhill, almeno fino al 1917.
- Shell – introdotta sul mercato nel 1917 e formata da radica algerina a doppia sabbiatura, sostituita poi nei primi anni '60 dalla radica calabrese, più dura. Oggi, la linea Shell ha una sabbiatura singola, per un risultato più delicato e meno profondo.
- Root - introdotta sul mercato nel 1931 è caratterizzata da una testa compatta, dalla grana fitta e fiammata, fino al 1975 era indicata con una R incisa sul cannello. Questa linea è disponibile nei modelli standard, e in quelli XL più costosi e pregiati.
- Tanshell – risalente al 1952, Tanshell non ha incisioni profonde ed è caratterizzata da una grana morbida e delicata al tatto, di radica dura sabbiata chiara.
- Redbark – del 1972, sabbiata rossastra, è tornata sul mercato con il nome di Ruby Bark nel 2007, con una ghiera liscia in argento.
- Black Briar – introdotta sul mercato nel 1973 è considerata una linea “da sera” grazie alla sua finitura elegante e raffinata.
- Cumberland – introdotta nel 1979 con il bordo del fornello liscio lucido, oggi ne porta uno a volte liscio e a volte sabbiato. È caratterizzata da un bocchino striato in marrone, rosso o rosa antico ed è sabbiata marrone.
- Chestnut – risale al 1983, è simile alla Cumberland per tintura e colori, ma ha un finissaggio liscio.
- County – prodotta dal 1986 e tornata in produzione nel 2005, la linea County è sabbiata marrone chiaro con bocchino Cumberland.
- Russet – è una pipa liscia dal colore rosso scuro, introdotta nel 1988 ma non più prodotta attualmente.
- Amber Root – introdotta nel 1995 è di un bel arancione scuro con bocchino nero, anche se originariamente era un Cumberland. Questa linea è disponibile anche con teste fiammate marcate "Amberflame".
Non solo tabacchi inglesi
Icone di stile, testimoni della storia e del costume europeo novecentesco, le pipe Dunhill costituiscono un must have per ogni amante della fumata lenta. Ma oltre l’estetica, appagano anche la nostra voglia di fumare? Qui il dibattito è aperto e vario, articolandosi in una pluralità di opinioni tutte legittime e rispettabili. C’è chi ritiene le pipe Dunhill capaci di esaltare al meglio le english mixtures; per converso, altri le individuano come strumento idoneo a regalare piacevoli fumate qualsiasi sia il tabacco utilizzato. Di certo, però, è innegabile che le pipe Dunhill si distinguono per offrire momenti di intenso piacere. La perfetta simmetria della costruzione permette al tabacco di non spegnersi mai; la struttura interna è talmente affidabile da non temere sbalzi di umidità e da impedire la formazione di quell’acquerugiola tanto fastidiosa.
Acquistare una pipa Dunhill non è un’esperienza come tante. Per storia, capacità evocativa, bellezza e qualità, comprare una pipa Dunhill significa portare a casa un segno tangibile del miglior spirito umano e imprenditoriale, quello capace di resistere all’oblio del tempo e alla corrosione del decadentismo postmoderno.